Durante le ferie estive ho limitato al minimo l'attività astronomica riprendendo un unico oggetto con strumentazione che più essenziale non si può: canon 450D con obiettivo nikon 50mm su montatura super polaris. La ripresa è di oltre 17 ore, con le migliori 344 pose fra le 500 circa collezionate durante l'arco di 8 notti. L'obiettvo, ambizioso, era quello di rilanciare la sfida a un oggetto molto particolare fra gli sharpless, che negli scorsi anni mi aveva lasciato con un palmo di naso: sh2-118. Direi che questa volta ne sono uscito vincitore perchè finalmente la nebulosità è ben delineata e se ne apprezza bene la struttura.
In rete non si trovano molte foto con cui confrontare il risultato e credo che a molti sh2-118 sia totalmente sconosciuto.
Il confronto in luminosità con le nordamerica-pellicano la dice lunga, ma anche la sh2-119 è quasi 'bruciata'.
A prescindere dalla foto, la costellazione del cigno ci offre una sovrapposizione prospettica di zone h-alfa che credo non abbia uguali nel resto del cielo, australe compreso. La nordamerica e il pellicano, insieme ai fastoni subito a sud di quest'ultimo, sono un'unica struttura (vedi sh2-117) che si staglia sul sottofondo della superbolla del cigno (vedi sh2-109); sh2-119 si trova a una distanza forse intermedia fra le due, mentre la distanza di sh2-118 è ancora ignota: potrebbe essere una increspaturta della superbolla oppure un oggetto ancora più remoto. Infine le ultime indagini di Spitzer nell'infrarosso sembrano collocare all'interno di sh2-108, la vasta nebulosa intorno a Sadr (la stella centrale del cigno), la più cospicua zona di formazione stellare dell'intera galassia.
Insomma, per chi va a caccia di nebulose, il cigno è un ricco bersaglio.
Cieli sereni a tutti.
Saro
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